Ieri e’ iniziato formalmente il laboratorio sperimentale CSA – “Comunità che Supporta l’Agricoltura” 2019.

Ci siamo dati ancora un anno di tempo per studiare ed imparare perché’ siamo consapevoli che non e’ mai facile percorrere strade nuove, mancano i riferimenti, la conoscenza, l’esperienza. Per questo è più facile sbagliare, meglio essere prudenti.

A giudicare dal primo incontro pubblico di ieri sera sembra che siamo partiti bene. Abbiamo notato un buon affiatamento tra i produttori, che nasce dalla stima e dalla fiducia reciproca. Anche i consumatori pare abbiano notato questo, almeno  a giudicare dai loro sguardi espressivi come a dire “non ho capito bene cosa stiamo facendo ma vogliamo darvi fiducia”.

A questo punto Alessandra direbbe “non chiamateci consumatori” ed avrebbe ragione! Perché’ voi, insieme a noi, in realtà siete i “co-produttori”, sicuramente i co-creatori di questa nascente comunità che sceglie di supportare la piccola agricoltura contadina.

la domanda che anche ieri sera ci siamo posti, e sulla quale abbiamo cercato di riflettere, e’ perché’ sia necessario supportare questo modo diverso di coltivare dove prevale la varietà alla monocoltura, gli attrezzi sono semplici e leggeri, le aziende sono piccole ma profittevoli, e c’e’ una particolare attenzione alla terra che non e’ considerata solo un fattore di produzione da sfruttare in nome del profitto, ma un bene prezioso da trattare con cura per favorire la sua vitalità e la fertilità.

la risposta e’ nelle parole che ieri sera mi ha suggerito Elena e sono di Johnatan Safran Foe “se niente importa, non c’è niente da salvare”.

Non abbiamo la presunzione di salvare il mondo ma abbiamo deciso che ci importa quello che sta accadendo a questo pianeta a causa di una scellerata corsa al sempre di più…

Per questo pensiamo che il sostegno alla piccola agricoltura contadina possa essere la nostra risposta a ad una economia sempre più globalizzata e sempre piu’ devastante. Solo sapendo ricostruire un legame diretto e mutualistico, basato sulla reciproca fiducia tra produttore e consumatore, e riappropriandoci della sovranità alimentare, avremo la possibilità di accedere a cibo più sano per produrre il quale non sia  stato necessario inquinare l’aria e la terra.

Abbiamo il dovere di tentare di trovare una soluzione alla crisi economica, sociale ed ambientale che la nostra generazione si trova a vivere, altrimenti avrà ragione J.S.Foe: “se niente importa, non c’è niente da salvare”.

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Roberto